Questa procedura ha radici nei primi anni '90, dopo la comparsa del PC IBM, ma il mio lavoro programmatico era già in macchina da tempo (il logo TWP rappresenta ed è frutto di un'esperienza medianica attinente, intervenuta a metà degli anni '70).
Un mio primo articolo che presentava sw. specializzato su una rivista di informatica (BIT - «E le stelle stanno a guardare», con i complimenti della Redazione) data intorno al 1983. Un paio d'anni dopo venni formalmente invitato dalla prestigiosa Purdue University (Illinois - USA) a partecipare ad un congresso mondiale di 21 giorni organizzato dalla NATO sull'AI (intelligenza artificiale). Non fu tanto dovuto a quell'articolo, quanto alla mia attività informatica già qualificata; ma decisi di giocarmela tutta e nel questionario d'iscrizione dichiarai espressamente che mi occupavo di Astrologia: una vera sfida, onorata da accettazione, tranne poi durante i pranzi con vari commensali sentirmi chiedere più o meno velatamente se ero superstizioso; ma si teneva a Maratea, in un albergo incantevole sul golfo di Policastro. In compenso l'Intelligenza tradotta in conferenze dai rappresentanti di diverse nazioni, sviscerava con estrema attenzione i Sistemi di Supporto alle Decisioni (DSS) da adottarsi nel delineare il profilo dei plantari delle calzature di fine secolo ed oltre e così via dicendo; e bisogna pur dire che sono stati fatti "grandi passi" avanti.
La successiva imponente realizzazione dell'AAP, che coprì un arco di 7 anni, risentirà di un percorso intercalato da lunghe pause, dovute ad altri progetti, per le quali e per il fatto di essere procedura abilitata ad uso interno di laboratorio e non destinata ad utenti finali - che ricevevano solo il prodotto finito - si è rivelata dopo tanti anni piuttosto impraticabile.
Parlo del dover rimaneggiare routines - ampiamente testate e perfettamente efficienti - originate in ambiente DOS (linguaggio QuickBasic) dove le 80 colonne e 25 righe, e soprattutto 64k di memoria erano i confini all'interno dei quali allocare parametri, test di verifica lunghi ed ingombranti ed ogni sorta di interfacciamento con ambienti ed elementi esterni, a quel tempo stampanti, le componenti PostScript espressamente programmate e quel che c'era di meglio di Desktop Publishing e CAD; oggi un tale spazio di memoria ospita a mala pena una o due email con allegato! Ricordo ancora, quando per qualche mega di RAM bisognava accendere un mutuo, i chips prelevati con l'impiego di un fornello (in assenza di saldatore) da una scheda di memoria aggiuntiva di una stampante Epson - molto economica rispetto alla RAM a listino - trasferiti uno ad uno su una scheda del PC per configurare un disco di memoria virtuale di ben 8MB! tanto mi aiutava, tanto fa inciampare ora, attraverso le linee di codice delle procedure che ne fruivano. Fin dall'inizio la complessità anche solo tipografica degli impianti richiedeva la massima strumentazione, specializzazione e precisione; se i prodotti di questo settore - nonostante quelli che presento - sembrano essere rimasti ancor oggi fermi alla loro infanzia, le ragioni ci sono.
È necessario che chi usa il prodotto attuale conosca questi precedenti - così come chi intendesse proporsi di ampliare il mio lavoro - per rendersi conto e ragione di certi vuoti, poiché i tempi di sviluppo e le circostanze in continua accelerazione non mi hanno consentito di ricostruire tutto ex-novo, se non a rischio di ben maggiori rinunce a quel che invece è stato aggiunto. La prima procedura fronteggiava l'esigenza di mandare in lavorazione (batch) più di un soggetto per volta, automatizzando una serie di operazioni per la durata di ore intere, di cui certi calcoli laboriosi e ripetitivi erano predigeriti in archivi dell'ampiezza di poche annate: ciò che consentiva di ridurre i tempi in modo considerevole, oggi è solo di impedimento e rende vieppiù difficile districarsi fra i numerosi moduli. Peraltro la stampa non costituisce più il traduardo, ma l'ultimo degli accessori.
Così, ho dovuto costruire un edificio ispirato alla più moderna architettura visiva, sulla fondamenta stesse di quello che, rispetto alle prestazioni di hw. e sw. attuali, può essere considerato un villaggio su palafitte; per chi non è pratico, significa dover programmare nelle peggiori condizioni possibili, ma non avevo scelta. Chi amerà rinnovarlo dovrà armarsi di molta pazienza; e può ben valerne la pena, dal momento che ha prodotto e produce i migliori documenti reperibili in questa fascia di cultura, da venticinque anni a questa parte, per non dire dai primordi.
Con il diffondersi del Portable Document Format (PDF), che ho usato tra i primi in modo avanzato (benché il mio uso del PS sia un po' primitivo), un breve passaggio intermedio nei primi anni del 2000 ha trasferito la stampa su carta in un e-book PDF indipendente ed egualmente fruibile, mantenendo invariate struttura e caratteristiche del layout Agenda, se non per qualche miglioria per i colori e altri dettagli; ma il mondo informatico ed il mercato era già talmente cambiato, se non alterato, da lasciar tutto così fino al 2008.
La cartella di AstroTime nasce infine sotto il Cielo di una notte ai primi Maggio 2008, dalla gestazione per alcun mesi di una vera e propria proposta, di quelle che non si possono rifiutare: l'idea di portarsi i dati a spasso su di un semplice telefonino; ed era già talmente problematico trovar risposta ai tanti "come" da non lasciar altro spazio alla programmazione se non quello per collegarsi al passato, ma con lo slancio deciso verso quanto il futuro proponeva. Così il ponte è stato gettato, fino ad un esito abbastanza completo e soddisfacente; e tuttavia non senza dover trascurare interi studi, già condotti e messi a punto e forniti agli utenti dell'AAP, studi che giacciono ancora nelle routines in QB, accompagnati da certa documentazione pubblicata all'epoca. Ho riesumato l'indispensabile, ma non ancora il settore delle Direzioni Solari, le 28 Fasi lunari ed altro. Le Armoniche degli Aspetti sono a loro volta solo accennate, nella creazione di diagrammi indicativi; si tratta di materia del tutto innovativa e non conosciuta e non potevo lasciarla nel cassetto, anche perché nutro la convinzione che larga parte della futura ricerca dovrà tenerne conto.
Di fatto l'attuale pacchetto sw. serve solo ad indicare ciò che il progetto AstroTime può significare e costituisce un invito ad andare avanti. Allo stato attuale, le routines dovrebbero rispondere fino al 2018 (ma alcune poggiano su archivi precalcolati resi necessari dalla stumentazione preesistente, che si ferma al 2016); tuttavia sono tante le parti da mantenere aggiornate e qualcuna potrebbe sfuggirmi; dovendo scegliere se amplificarne la portata o perfezionarne la struttura interna, una volta garantita la correttezza dei processi ho sempre optato per la seconda; mi sia concesso dire che più dell'aspetto rigidamente informatico ho dovuto coltivare quello informativo, vitale e flessibile (del quale la tecnologia troppo spesso si dimentica); è c'è ancora tanto da scoprire!
Questa documentazione di supporto rispecchia le finestre ed i componenti della console dei comandi; basta sfiorare ciascun elemento per leggere la spiegazione immediata della sua funzione (titolo ed eventuale didascalia), mentre sulla finestra di destra è aggiornata la descrizione più generale, specifica della scheda aperta; ho ritenuto che questo metodo fosse più pratico dell'help contestuale, poiché trascinare il ? su ogni componente e cliccarvi sopra è meno scorrevole e non facilita l'escursione d'insieme.
Va anche tenuto in conto che, proprio nel redigere questa documentazione finale, ho rivisitato a mia volta diversi passi di quel che era, recuperandone e riadattandone con l'occasione alcuni rimasti scollegati dal costrutto di AstroTime; ciò comporta inevitabili accavallamenti e sostituzioni (soprattutto nel caso di aggiunte funzionali) che possono non risultare illustrate in modo sincrono, poiché ad ogni variazione tutto andrebbe ricontrollato da cima a fondo…; le segnalazioni saranno utili a rettificare eventuali sviste. Inoltre la maggior parte delle osservazioni ed annotazioni che non ho risparmiato, sono basate sulla sperimentazione in ambiente Win2000, di cui XP è figlio con qualche discrepanza, come sempre da una generazione all'altra; dato l'accumularsi delle problematiche, alcuni tratti possono non corrispondere alle diverse versioni, o anche a diverse configurazioniente dello stesso SO. Per lo più hanno funzionato anche sotto Vista, ma non ho avuto tempo di investire in quella direzione, lasciando gli insoluti alla speranza di prossime releases più confacenti.
Ecco dunque come si articola l'applicativo e quali sono le norme basilari per farne uscire qualcosa di finito e di utile; ove possibile, anche di piacevole.
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La barra del titolo di PDPA è volutamente priva del normale tasto di chiusura di sistema × , poiché questo modo di chiudere lo lascerebbe residente in memoria a causa di speciali algoritmi di interazione con procedure esterne; per uscire c'è il pulsante exit ; per lo stesso motivo è prevenuta l'apertura simultanea di più sessioni. La finestra principale, come quella di Help, può essere minimizzata e ridimensionata con i 4 tasti descritti a seguito; dalla barra del browser (questo) si può anche minimizzare la prima con Ctrl+Click .
La testata contiene i principali comandi, comuni a tutte le cartelle, che in qualche caso possono variare di nome mantenendo una funzione esecutiva similare.
Ho cercato di impostare subito una console orientata ad un uso professionale, ossia intensivo, che preveda fin dall'inizio di gestire vari livelli di elaborati, da potersi interagire e confrontare con rapidità.
Dal punto di vista visivo, la cerimonia di caricamento può avvenire in modo normale, con una breve attesa che davanti al video ha sempre l'effetto di esser lunga, oppure in modo progressivo, accompagnando la vista il conformarsi delle 7 schede. La scelta è variabile presso: INI [Check]/splashstyle=0/1
Il 1º livello cui programma si apre è il FOLDER·1; cliccando add a folder se ne aggiunge un secondo con le proprie cartelle, indicizzato dal pulsante FOLDER·2 etc.; per passare da uno all'altro basterà quindi cliccare ciascun pulsante. Il livello attivo si riconosce a vista dalle Tab, i cui titoli sono preceduti dalla lettera indice: a) o b) o c) per 1°, 2°, 3° etc. (INI [Check]/labels="a )", sostituibile con "1 ." o con "x)" o altro criterio preferito: notare lo spazio aggiunto o tolto tra le virgolette). Ogni pulsante-menu FOLDER·# si presta poi anche ad effettuare un refresh della propria finestra. In questa multifunzionalità progettuale comunque la procedura non è testata che il minimo indispensabile ed alcuni passaggi da una Tab all'altra o da un Livello all'altro possono rivelarsi critici; in paticolare la condivisione della procedura interna AstroTime, che non può moltiplicarsi, va effettuata portandosi al Livello (FOLDER) in cui è stata cliccata per prima la relativa Tab: aprire [di nuovo] la scheda AstroTime, quindi portarsi al Livello che interessa ed aprirla anche lì e le sue funzioni saranno disponibili.
- Il pulsante get it! , che diventa do it! presso le cartelle esecutive di servizi, serve a lanciare l'elaborazione di dati pertinente la cartella in vista con le eventuali opzioni attivate.
- mentre load (rif. alla sessione precedente) non è attualmente in uso, entrando in uso dopo il salvataggio dello status operativo globale multilivello, il normale save memorizza su disco la cartella del soggetto con i relativi servizi ed opzioni allo stato attuale. Il Ctrl+clic consentirà di salvare il file con denominazione comprendente l'intero Nome.Cognome, nei casi in cui contengano ad es. descrizioni di particolari eventi diversificati da ora e luogo. Ove occorra, alcuni caratteri delimitatori verranno sostituiti dalle routines per rendere il nome compatibile con i vari agenti.
- del comando taskMon[itor] parleremo più avanti, chiarite le problematiche relative all'uso di Acrobat.
- help apre la finestra interna di supporto all'uso, con funzionalità essenziali di browser, automaticamente utilizzata anche per la visione dei prodotti PDF della procedura PDPA; a tal proposito è necessario che la versione di sistema di Internet Explorer™ [superiore alla 4] sia presente ed accessibile.
I comandi nella barra superiore della sua finestra sono essenziali, dovendo semplicemente consentire di muoversi tra le pagine chiamate nella seduta, fermo restando l'uso del menu popup interno al browser, che offre i suoi comandi con il Click-destro:
- l'icona di un folto Abete risolve un problema di saturazione di memoria che verrà esaminato a seguito.
- la dicitura w: e h: indicano rispettivamente la larghezza e l'altezza in pixel della finestra.
- le Frecce muovono dalla pagina attuale alla precedente o seguente nella lista (da non confondere con l'ordine di lettura voluto).
- i tre piccoli pulsanti, come per la finestra della procedura, ridimensionano a tre formati (+ tre, premendo Ctrl), adattati alle esigenze di lettura e di visione; in questo contesto però la finestra è liberamente ridimensionabile. Inoltre può essere estesa al/o ripresa dal massimo dello schermo con doppio Click sulla barra delle icone; tramite la barra superiore la finestra può essere trascinata ovunque ed anche chiusa con il Click-destro [o alternativo].
- la lista non è normalmente visibile, ma viene aperta sovrapponendosi alla linea dell'indirizzo corrente (scritta ombreggiata) cliccando l'icona e serve a selezionare una delle pagine presenti, o a scrivere [o trascrivere] all'occorrenza un nuovo indirizzo nella casella di testo, che verrà acquisito e risolto alla pressione del tasto Enter, lasciando aperta la finestra di selezione per caqmbiamenti o ripetizioni; infine qua la pressione di Esc chiude il browser.
Con Ctrl+Click la stessa icona rigenera la pagina, anche se non sempre la risposta è immediata (le priorità le stabilisce il SO). Tutto è inteso a richiedere il minimo di manovre; in alternativa, o se la risposta fosse tardiva, aprire la lista, posizionare il cursore sulla prima linea e premere Invio.
- per ogni esigenza la sua icona invia la pagina aperta al browser di default del sistema, qualunque esso sia. Per passare alla visione tramite un agente esterno/alternativo va tenuto presente che:
- l'Help è strutturato come un sito Web tuttavia alcune peculiarità, che riproducono l'assetto delle cartelle nel programma, sono state basate fin dal 2002 su specifiche prestazioni di Internet Explorer™e potrebbero non venire risolte correttamente da altri apllicativi;
- per la visione [e la gestione] dei documenti PDF è necessario che l'intervento di Acrobat Reader sia reso automatico per quel browser dalla procedura di installazione di entrambi; seguiranno ulteriori considerazioni.
- GMT (Greenwich Mean Time) ed il pulsante attiguo recante la DATA inseriscono nelle caselle relative delle schede Soggetto_ la data odierna e/o le Ore, Minuti e Secondi attuali.
- i tre pulsantini colorati: rettangolo orizz., quadrato e rettangolo vert. servono al ridimensionamento veloce e costante della finestra, alternandola secondo le esigenze visive (solo dati soggetto/solo immagini modelli; magggiori dimensioni proporzionate si ottengono con il tasto Ctrl+click).
Ogni livello è infatti suddiviso in 7 cartelle (Tab) direttamente e contemporaneamente accessibili.
- Le Tab prevedono la manipolazione di un tema base [Subject_1] più uno eventualmente aggiunto [Subject_2] per l'elaborazione di sinastrie e processi comuni (tra i modelli di AAP uno prevedeva doppia colonna di dati per il soggetto ed un partner).
Una volta presente un Soggetto, inserito e processato o caricato dall'archivio se già esistente, basta cliccare la Tab relativa al servizio richiesto per selezionarne le opzioni e lanciare il processo.
- [Charts] elabora i singoli documenti statici, ossia le Carte-del-Cielo, sia di tipo singolo che comparativo che di Armoniche.
- [Services] elabora primariamente l'Aspectoscope, lo schema generalmente annuale, di tutti i Transiti sul tema radix. Produce anche altri sevizi annuali, come pagine di Effemeridi, Calendario con i tre principali Aspetti del giorno tra tutti i Pianeti (naturalmente Luna esclusa); quelli attinenti il periodo in corso sono inclusi nel pacchetto AstroTime in formato bitmap (immagine a risoluzione fissa), mentre qua possono essere ottenuti nel formato vettoriale PDF, che ne consente una riproduzione dettagliata e flessibile.
- [Agenda] elabora i dati componenti il pacchetto AstroTime , cioè il planning astrologico per un determinato periodo
- [AstroTime] genera il pacchetto AstroTime completo e finito
- [Users] era destinata alla gestione degli ordini utente, dei codici relativi alla progressiva riduzione di costo, e degli eventuali partner contrattuali, ma al momento è dismessa e non figura nell'help, cedendo il punto di richiamo a questa “Introduzione generale”. Contiene comunque il questionario autoesplicativo per l'inserimento dei dati di registrazione, che verranno memorizzati nella scheda del Soggetto.
Potrebbe ancora risultare utile a programmatori riprenderla all'occorrenza per l'amministrazione di gruppi di dati utente. Nel frattempo è stata adibita ad ospitare anche il Task Monitor, sotto descritto.
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Nella prima parte la procedura è autosufficiente e non necessita di componenti esterni per generare i dati richiesti. Una volta ottenuti, per passare alla produzione degli elaborati finali e fruibili, occorre disporre di due generi di programmi (e qua consiglio di leggere con molta attenzione, poiché se la soddisfazione sarà consistente, i problemi non mancano):
- Un “distillatore” di files PostScript, dai quali ottenga i rispettivi files PDF; l'Acrobat™ Distiller per eccellenza, o - al momento in cui scrivo - il PDFCreator, basato sulla collaudata tecnologia Ghost che ha il grande pregio di essere freeware, ma con qualche immancabile svantaggio che si rileva a fronte di esigenze abbastanza speciali, come quelle di AstroTime.
Per cominciare, genera files con enorme lentezza (può sembrare che il sistema si sia bloccato, ma bisogna attendere..) e soprattutto con un peso (dimensione) circa doppio rispetto allo standard e concomitante notevole rallentamento nello scorrimento automatico delle pagine; freno che può moltiplicarsi con l'avanzamento, probabilmente per una sorta di saturazione della memoria: il solo rimedio in tal caso è aumentare le pause (vedi sotto) tra un comando e l'altro; non è sempre facile valutare la soluzione definitiva, poiché le condizioni operative variano i tempi d'attesa, in base alla quantità di memoria RAM disponibile.
Ciò può rivelarsi di grande intoppo, poiché (forse per una sorta di saturazione interna) rallenta con l'avanzare delle pagine, alterando in modo disuguale e non prevedibile la sinergia tra gli applicativi esterni usati per sfogliarle (Acrobat Reader) e la nostra procedura PDPA BindShot che deve trasformarle una ad una in immagini finali numericamente corrispondenti, ma senza diretto controllo. Forse siamo i soli ad accusare tale scadimento, ma il problema c'è e si spera in qualche futura release. Nel frattempo bisogna adattarsi anche ad un bug che non consente di salvare il file in funzione della denominazione di origine, creando non pochi problemi all'interno delle routines, parzialmente arginati con soluzioni che si rischia di trovarsi contro una volta che il problema risulti corretto; l'informatica d'oggi funziona così. Va segnalato che nel tentativo di compilare un'Agenda vecchio stile (dai contenuti pesanti ed eterogenei, in quanto non tutti di mia mano) ha presentato veri e propri problemi di funzionamento, dove il Distiller conclude con successo; ma con AstroTime ha mediamente portato a termine il lavoro e comunque si tratta di un pacchetto realizzato gratis, con una cura di molti anni; va anche segnalato che l'autore consiglia di reinstallare, in presenza di problemi inattesi.
La resa finale inoltre è più approssimativa, il tratto più grossolano e ben lontano dall'affinata precisione del Distiller. Ne riproduco due frammenti esemplificativi, tratti da un'unica finestra di Acrobat con entrambe le pagine in vista:
come si può ben verificare fin d'ora, il “modus operandi” è ben diverso; la resa cromatica complessiva è meno satura e definita, le linee stesse meno nitide o marcate; il disturbo più evidente nasce però dall'attribuzione del corpo caratteri delle scritte "BIO:" "ASPECTOSCOPE" ed "EFFEMERIDI", poiché va ad alterare la corretta impaginazione nonostante esso sia chiaramente codificato. Sono dettagli non indifferenti per chi si aspetta che i documenti progettati abbiano l'aspetto conferitogli, spesso con estrema cura.
In una pagina di 640 punti fissi, non predisposta all'ingrandimento e tuttavia piena di elementi informativi, progettati per il display di un cellulare, le sfumature rivestono un peso notevole ed è proprio per garantire certi risultati che mi sono inoltrato fino a questo punto. | da Acrobat Distiller:
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da PDFCreator:
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Per parte mia, ho fatto di tutto per far funzionare entrambe le soluzioni, automatizzandole per quanto possibile, evitando i possibili conflitti che sorgono da un assetto all'altro (e da un SO all'altro) a seconda di come dette procedure sono installate e predisposte ad interagire tra loro. Per citare il caso primario e prevenire chi legge sul ventaglio degli imprevisti, i vari generatori di PDF possono far aprire il documento finito al “Reader”, ma possono farlo in modi e/o con effetti diversi sul prosieguo del controllo da parte di PDPA. Quando va tutto bene l'insieme scorre a meraviglia ma… se una sola condizione non risulta rispettata per qualsiasi motivo, anche solo ritardo nel sincronismo e le rispettive finestre restano in attesa di refresh, non sarà più possibile capire chi aspetta chi, il processo si inceppa e, non di rado, può succedere anche al sistema. Ad evitare cadute di sincronicità fra i comandi a processi separati uno dall'altro, le routines interne attendono e ripetono il controllo di presenza dei files in produzione, per cui, in caso di mancato buon fine, il messaggio relativo non è mai immediato, ma differito, perciò conviene attenderlo prima di intraprendere altre operazioni; ciò non vale per gli avvisi provenienti dal sistema, che possono anche comparire in una finestra di DOS (normalmente nera).
Perciò armati di santa pazienza, come ho fatto io e se qualcosa non va, o sparisce dalla vista o dal controllo, assicurati di aver ripulito tutto il labirinto (programmi residenti inclusi, come descritto a seguito) e riparti dall'inizio. La miglior cura, da che è uscito Windows, è sempre stata quella di spegnere e riaccendere e non è raro che ancor oggi si debba ricorrere a tanto; ma non dovrebbe essere il nostro caso.
Tutto ciò non valga a dissuadere, ma anzi a far comprendere che non è detto sia il programma il colpevole e quindi non in grado di produrre; del resto è tale la gamma delle combinazioni che qualcuna mi sarà inevitabilmente sfuggita - e me ne scuso - ma senza precludere la funzionalità di altre; è uno svantaggio incolmabile il doversi servire di applicazioni esterne e indipendenti.
Anche se un siffatto impianto può risultare macchinoso, non conosco altro modo per ottenere risultati di questa qualità ed accuratezza visiva, avendo spremuto il meglio da ogni strumento reperibile; né potrei costruire in casa tutti i prodotti che occorrono e concorrono. Per quanto abbia scorso la rete e testato proposte, solo mezze misure, ma niente che potesse fare al caso nostro in modo definitivo o anche solo soddisfacente; in special modo si rivelano carenti quando si tratta di definire i contorni di simboli e caratteri inclinati, di cui ogni oroscopo è pieno; (credo che ricorrano tutti allo stesso driver di base, di per sé insufficiente). I più avanzati creano immagini dal PDF, ma rivolte a potenziali stampanti, quindi disadatte alla resa sullo schermo, che ha risoluzione e regole di aliasing diverse; inoltre le pagine generate sono sciolte da qualunque coordinamento, solo per dare un accenno.
D'altra parte procurarsi un pacchetto di Acrobat in versione tryout (prova gratuita) non è difficile; basta passare all'edicola e si può disporre di un certo periodo per effettuare tutte le prove del caso con i tools più avanzati; si possono testare con facilità i due prodotti a confronto, alternando la priorità della rispettiva riga di indirizzamento (nel file dei parametri ATime.ini): la procedura adotterà sempre la prima che rileva.
poi si potrà scegliere.
Il lato più complesso riguarda la produzione di AstroTime, che richiede pagine finali singole in formato .GIF o .PNG, tali da poter essere integrate al browser ed alle funzionalità ipertestuali; i documenti singoli (Carte-del-Cielo, Sinastrie, Armoniche, Aspectoscope) sono finiti allo stadio PDF e possono essere visionati e riprodotti a piacere, anche in gigantografie, mantenendo la massima qualità tipografica.
Per ogni caso è bene precisare sin d'ora l'assetto di Opzioni del Distiller (la versione che uso è la 5.0.5 in lingua Inglese) e PDFCreator, che potranno far
da pilota anche a tools sostitutivi. Per il secondo, data la minor flessibilità al caso nostro in parte già accennata (a dispetto di una miriade di opzioni 'tecniche' previste), ho provveduto addirittura ad effettuare controlli automatici dell'assetto all'avvio stesso del programma, in modo da rettificare eventuali cambiamenti di destinazione dell'output di stampa per motivi estranei, o doppie installazioni di test della nostra procedura per gli sviluppatori. Ne verrà dato avviso, con facoltà di attendere l'eventuale termine di un lavoro in corso (programma aperto), per poi chiudere (a mano o in automatico) il PDFCreator onde aggiornare le principali direttive di salvataggio direttamente nel Registro di Configurazione del SO, escludendo la ripetuta scomodità di dover provvedere manualmente, o imbattersi in una catena di errori per una dimenticanza. In tal modo esso dovrebbe sempre puntare all'indirizzo configurato nel nostro ATime.ini. In alcuni [eventuali] casi di errore PS, mentre il Distiller lo denuncia nel LOG e si ferma, il PDFCreator può terminare il documento fino al punto a cui è giunto, lasciandolo incompleto, ma senza avviso diretto. Ciò può far comodo in sede di sviluppo, poiché dà modo di individuare il punto di rottura, ma in esecuzione lascia credere che il lvaoro sia andato a buon fine, il che rende necessaria una verifica dell'ultima pagina.
Va comunque precisato fin da ora che, a prove fatte, il PDFCreator non si afferma come soluzione ideale, rivelando svariati limiti; nella gamma di oopportunità crescente ed a basso costo che il mercato offre, mentre Adobe difende di fatto il suo primato, è sperabile si possa reperire prima o poi un prodotto in grado di assolvere le speciali funzionalità di PDPA, senza cadere negli attuali compromessi qualitativi, che paiono immancabili a partire dai tracciati astrologici circolari in poi.
Quanto alla possibilità di convertire nel formato PDF tramite servizi on-line, Adobe offre 5 files gratuiti al giorno (bisogna iscriversi); se tutto va bene, si crea però il problema per i fonts aggiuntivi non standard (non quelli astrologici, che sono incorporati), la cui sostituzione può risultare devastante per l'impaginato. In ogni caso la manovra va eseguita in due tempi, spuntata l'opzione keep the source , passare il file salvato in cartella ELAB\*.ps al servizio in rete e prelevare il PDF una volta pronto. Nel caso di AstroTime esso andrà poi spostato nella cartella sottostante del soggetto ( ELAB\COgnomeNOme\*.ps), per essere elaborato dal AstroTime.
Selezionati e tradotti al volo, i parametri di configurazione sono:
Specifica di PDFCreator: Programma/
- Usa Salvataggio Automatico (AutoSave): sì
- Nome del File: selezionare "<astroTime>"
(deve comparire astroTime.pdf nel rettangolo di controllo sottostante)
- Usa questa directory per auto-save: sì, inserire C:\PDPA\TWP-PDPA\ELAB\
ove C:\ indica il Disco che ospita la cartella di partenza (verifica come sopra); deselezionare le opzioni sottostanti per i motivi spiegati.
Generale
- Auto Rotazione Pagine: sì, Individualmente
- Risoluzione: 2400
- Formato Pagina: dovrebbe essere programmato nei documenti stessi;
in mancanza basta indicare larghezza ed altezza
- Default-setting: Pre-Press (PDFCreator)
Compressione
- a piacere.
La resa delle imagini, in particolare foto etc. incluse nei diagrammi può variare moltissimo, sia dal punto di vista cromatico che di definizione allo zoom, in base ai parametri di compressione prestabiliti; ciò che non dipende da PDPA. Naturalmente anche il peso del PDF, in proporzione alla qualità, ma in genere non dovrebbe costituire un problema.
Fonts (Caratteri)
- Embed All Fonts (Incorporare nel Doc.): sì
- Subset dei Fonts usati parzialmente: sì (riduce l'ingombro)
- Quando l'inclusione dei Fonts nel documento fallisce:
Avverti e Continua, o Ignora, ma non Interrompere
NB: un errore del codice che interrompa l'elaborazione fa sì che il Distiller (ver. 5.0.5) salti all'ultima delle Job Options (opzioni operative preordinate), sostituendola a quella corrente senza avviso. Se l'operatore non se ne accorge e questa si bloccherà poi in mancanza di un font, si potrebbe credere ad un errore che non c'è…
Colori
- Preserve Halftone Information: sì
- Converti CYMK in RGB: sì (se presente)
- Intento: Saturazione: può aiutare ad intensificare la resa cromatica
Colori
Avanzate
- Opzioni
- Consenti al PostScript di sopravanzare queste opzioni (si)
- Document Structuring Convention (si)
- Processa i commenti DSC: (sì)
non occorre altro della lista
È essenziale che nessuno di questi, o altri programmi similari, lanci in proprio la lettura del file.pdf finito da parte di Acrobat (o altro) poiché lo fa il nostro; non potendo essere caricato due volte, ciò darebbe luogo ad errori accennati sopra. Nel Distiller evitarne la conferma nelle Preferenze . Un altro caso abbastanza ricorrente durante le prove è l'impedimento a distillare un file, del quale risulti in lettura (aperta) una copia precedente (con lo stesso nome). Ogni file di servizio generato da PDPA e rinominato subito dopo, con tale opzione farebbe incappare il Reader in un altro errore, cercando un nome che non c'è più.
- Un “lettore” dei files PDF ottenuti; per eccellenza Acrobat™ Reader, a partire dalla versione 5.0.5, liberamente accessibile e fruibile, che prediligo per l'eccellente qualità e la maggior semplicità d'uso;
le funzionalità visive debbono essere impostate nelle preferenze in modo da esporre il documento nel suo formato nativo, variamente definito da una versione all'altra (sotto “zoom” o “vista”: 100% o Actual Size/Dimensioni Visibili/Dimensioni Reali..) avendo cura di mantenere ove richiesto la risoluzione video a 72 pixel/pollice. Ove la barra inferiore dichiari 640 × 480 pt, quali misure native dei ns. documenti, la riproduzione di ogni pagina esposta a video dovrà corrispondere a questa dimensione in punti-schermo, per poter essere rilevata e convertita in un'immagine AstroTime. Non enfatizzare o ispessire le linee sottili ('enhance thin lines'). Ulteriori dettagli verranno forniti o ripetuti alla cartella “Agenda”.
Sfortunatamente con la versione attuale (9 e 9.1) del Reader non ho potuto ottenere la riapertura di un file nella stessa modalità predisposta alla precedente sessione, nonostante sia stato ridefinito sia in 'Visualizzazione Pagina' che in 'Accessibilità', che nella schermata effettiva subito prima di chiudere: la pagina viene sempre riadattata alla larghezza della finestra nonostante le preferenze mantengano (ver. 9, ma non 7) i parametri suddetti (così come non riesco a riaprire una sessione di XP con le parametri funzionali prestabiliti nel pannello di controllo; forse è un'epidemia, o qualcuno avrà deciso che doveva essere così, il che non fa molta differenza! pare che quando un applicativo comincia ad attecchire perché funziona il mercato rallenti e allora… bisogna ravvivarlo, con tante nuove icone e… qualche sacrificio per l'utenza ormai assuefatta, per cui le preferenze a quel punto contano meno. Fortunatamente freni e volante delle auto sono rimasti pressoché invariati.). Lo stesso ho rilevato con la ver. 7, che a sua volta forzava l'ispessimento delle linee sottili alterando un equilibrio percettivo attentamente calibrato (abitudine poi dismessa).
Mentre la produzione del file PDF, una volta lanciata con qualunque programma, è un processo indipendente ed autonomo del quale ci interessa solo il documento finito, le funzionalità del Reader debbono essere controllabili e pilotabili passo per passo dall'interno della procedura PDPA, cosa alla quale non tutte le versioni sembrano rispondere e comunque non allo stesso modo. Per assicurarsi la corretta impostazione iniziale, esente da interferenze sia da sistema che da tastiera o da eventuale sovraccarico, il Reader viene chiuso e riaperto ad ogni inizio di manovra, per poi compiere alcune manovre preventive come sfogliare a vuoto le prime pagine e poi ritornare alla 1ª (bianca ed usata per il rilevamento nella finestra) dalla quale prenderà avvio il processo di produzione.
Per le recenti versioni ho quindi dovuto inserire una richiesta di regolazione manuale al momento giusto, che però non è applicabile all'eventuale uso del browser interno - descritto al paragrafo seguente - poiché la finestra di dialogo non consente operazioni sul Reader interno se non dopo l'OK; pertanto in tali casi si può procedere attivando il Reader esterno, in due modi possibili:
- Usarlo con rilevamento automatico della posizione della pagina AstroTime sul video, riportando la vista (zoom) al formato nativo quando la finestra di dialogo lo richiede; il messaggio invita ad accertarsi che:
- nessun'altra finestra si sovrapponga,
- il PDF del soggetto sia caricato,
- e si trovi in vista la prima pagina bianca;
- quindi consente di settare lo zoom alla "dimensione reale" e dopo premere RIPROVA,
- o CONTINUA, per andare a cambiare il metodo con quello a posizione fissa in finestra,
- o ANNULLA, per uscire dal programma e variare la procedura Adobe nel file di inizializzazione ATime.INI
- Usarlo con l'assetto predisposto per .., .., .., .., :Acrobat 640 × 480, preventivamente definito con gli strumenti appositi di PDPA, a finestra del Reader massimizzata (pieno schermo) e senza più cambiare posizione (o spessore) alle barre delle sue icone e degli eventuali accessori laterali, nonché a quelle del SO.
Se il primo dei due funziona con la versione in uso è decisamente più comodo; tuttavia per la massima compatibilità e scorrevolezza, non posso che suggerire di usare la ver. 5.0, sulla quale è stato sviluppato il progetto e che ha sempre dato i risultati richiesti, che nulla hanno da invidiare graficamente a quelli delle edizioni successive; direi anzi che sagome e colori sono più naturali ossia meno enfatizzati e personalmente li preferisco. La si installa dal file rp505ita.exe, con libera licenza d'uso; in caso si intenda usarla con il browser, deve essere prioritaria rispetto ad altre versioni del Reader installate in parallelo, o interverrà sempre quella indesiderata.
In ogni caso dovrà essere ottimizzata l'impostazione visiva per le sfumature di grafica (Uniforma grafica, immagini e testo /"Smooth line, images, text", che dà risultati più nitidi "For Monitor" anche con un LCD), spuntando le rispettive opzioni tra le Preferenze del Reader, come pure nelle Proprietà dello Schermo (del S. Op.) si dovranno Smussare gli angoli dei caratteri, secondo il sistema in uso.
Alcuni consigli ed esempi, forse superati nelle specifiche odierne, sono reperibili qua
La soluzione più “spinta” |
Alla somma di queste relazioni e dei patemi che indubbiamente recano, ho cercato di integrare per quanto possibile le funzionalità di Acrobat Reader™ nei meandri della procedura PDPA con il tramite del browser, a sua volta incorporato; dopo le prime [motivate] perplessità ho considerato che, anziché appesantire il tutto, le manovre avrebbero potuto risultare per certi versi alleggerite, per svariati motivi. Il browser infatti, già caricato ed attivato insieme al programma nelle sue parti vitali, seleziona a sua volta le funzioni essenziali del Reader, tralasciandone le parti non necessarie al nostro compito - ad es. gestionali etc. -, ma soprattutto liberandolo da alcune delle limitazioni descritte sopra. In quest'ambito infatti qualunque documento può venir caricato e ricaricato dietro semplice ordinazione, rapidamente e senza alcun blocco per cui lo stesso Distilller non incontrerà alcun divieto ad operare su un file con lo stesso nome di uno già in visione (a meno che un Reader esterno abbia aperto nello stesso tempo quel file, cosa affatto da evitare), sostituendolo ed evitando la descritta catena di ritorsioni (e stress). Naturalmente l'eventuale sostituzione dovrà essere intenzionale. Tutto ciò si è rivelato vero solo in parte e non senza contraddizioni, ma è il prezzo di qualunque ricerca. Sviscerare le problematiche che si pongono per l'ottenimento di un certo risultato non potrà che spianare la strada in modo realistico alle future impostazioni.
Ulteriori dettagli alla sezione specifica di AstroTime.
| Installazione dell'applicativo PDPA |
La prima operazione richiesta è verificare gli indirizzi correnti dei suddetti programmi sul tuo sistema, informando PDPA delle collocazioni preferenziali; puoi anche lasciar fare alla procedura, che ad ogni apertura controlla gli indirizzi ed invita alla rettifica dall'interno, se per qualunque ragione fossero mutati. Subito dopo può rendersi necessaria la regolazione del parametro pauseMul, che raccorda i tempi di risposta delle procedure esterne a PDPA (vedi sotto). Errori nel sincronismo delle operazioni potranno sempre verificarsi, a causa di variabili d'ambiente non controllabili e neppure costanti; ma in tali casi, il più delle volte basterà ritentare.
Per queste operazioni copia il file ATime.ini in area di riserva, apri la versione installata e procedi ad aggiornare in editor (anche il semplice Notepad, o un miglior sostituto, il Notepad++) le righe [che ti interessano] contenenti i percorsi degli applicativi esterni adottati etc.. Abbi cura di mantenere le virgolette ad inizio e fine indirizzo. Più di una versione, può essere tenuta in elenco, tenendo conto che la routine di PDPA adotterà per ciascun programma la prima che trova.
[RunTime]
PDF_Reader = "Adobe Reader"
PDF_Reader = "Adobe Acrobat"
PDF_Reader = "Acrobat Reader"
EPS_Reader = "GSview"
[Applications]
AcroRead = "D:\PDF\Acrobat\Acrobat.exe"
AcroRead = "AT_servc\PDF\Acrobat\Reader\AcroRd32.exe"
PDFmaker = "AT_servc\PDF\Distillr\acrodist.exe"
PDFmaker = "AT_servc\PDF\PDFCreator\PDFCreator.exe"
Mentre PDF_Reader riporta il nome di riconoscimento del programma nella memoria operativa
(lo stesso che può essere letto sulla barra del titolo della sua finestra), AcroRead si riferisce all'indirizzo completo dello stesso sul disco, per cui, in caso di iscrizioni multiple, le due definizioni debbono collimare; se una indicasse "Adobe Acrobat" e l'altra facesse aprire "Acrobat Reader" non si muoverebbe una sola pagina; in breve, vanno spostate insieme.
È essenziale che la dicitura rispetti il nome con i caratteri adottati dall'autore, ovverosia quella
che verrà iscritta nel Registro di sistema, per consentire futuri adattamenti automatici da PDPA
PDFcommand =" /OutputSubFormat"PDF/A-1b" /NoAbortIfRunning /OpenOF /ClearCache /IF"
Ghost = "AT_servc\PDF\gs\gsview\gsview32.exe"
nextPage_mode=down :prevede lo scorrimento pagine PDF una dopo l'altra,
come con PgDown (è adottato il primo in elenco)
nextPage_mode=goto :prevede il puntamento alle pagine PDF tramite numerazione,
come Goto Page n° (+ lento, + sicuro)
QBcheck=1 :attiva il controllo di presenza dei numerosi files operativi in QB nella cartella TWP-PDPA\.
Dopo una verifica di prima installazione può essere disattivato (=0), ma se un file mancasse è il modo più rapido,
se non il solo, per sapere di quale si tratti.
Alcuni files accessori, specialmente componenti PS, come ad es. quelli con le diciture di compleanno e Rivoluz. solare,
ma vale anche per calendari ed effemeridi, potranno mancare per una lingua o un'annata diversa da quelle già usate;
per non veder arrestare il processo è possibile rimpiazzarli, almeno per il momento, con una copia in Italiano,
purché soddisfi il formato del nome-file richiesto, che dovrebbe venir indicato allo stop
(per i primi l'estensione .PS# reca al 3° byte il numero attribuito alla Lingua; per gli altri le date).
.. ..
[locals]
myTempDisk = "D:"
Gli indirizzi verranno posposti al Disco di installazione (ove non indicato), rilevato dalla procedura, come ad es.: "E:\AT_servc\PDF\Distillr\acrodist.exe".
Ulteriori dettagli sono distribuiti presso le varie pagine e sezioni.
Non appena il programma si apre regolarmente, salva una copia del file INI aggiornato, tenendo presente che le altre righe presenti non vanno modificate se non sei ben sicuro di quello che fai, a rischio di veder bloccato il programma; in caso di errori potrai sempre ripristinare la versione corretta, riadattando le righe interessate [una ad una] e riprovando. Se non vi sono errori di scrittura otterrai al più un messaggio di errore di reperimento, ma il tutto resterà in piedi e in alcuni casi verrà automaticamente aggiornato.
la sezione [Check] contiene i parametri di collocazione sul display della finestra sia principale che della console [indipendente] di AstroTime (PCbinder); al momento non ne è prevista la soluzione automatica. Quelle con valori negativi le posizionano all'indietro rispetto al margine opposto dello schermo.
[Check]
topPDPA = 1 :sopra
lftPDPA = 200 :sinistra
lftPDPA = -600
topPCbinder = 40
lftPCbinder = -320
maxNames = 12 :numero degli ultimi soggetti elaborati in vista nella combo
pauseMul = 0 :moltiplica i tempi di attesa quando le manovre esterne risultano troppo lente o asincrone (2-9..)
goahead = -1 :-1 default; 1 serve se il sistema troppo rapido cattura la pagina prima che sia girata; 0 annulla;
closeOpen = "^q" :parametro di chiusura di Acrobat (potrebbe variare con la versione o la lingua)
SHELLexec=1 :1: esegue comandi estermi tramite il sistema operativo; 0: esegue comandi estermi tramite DOS
La mossa successiva è più semplice: installare (ossia copiare) nella cartella di sistema [Fonts\ ?] i caratteri in dotazione nella nostra cartella "resources\fonts\" (da non confondere con quella "pPC_Help\Caratteri\" destinata all'utente del pacchetto AstroTime);
non solo certi caratteri sono necessari alle finestre dell'applicativo (cfr. INI), ma occorrono per la corretta costruzione di pagine e grafici e se il Distiller non ne trova anche uno solo, a seconda dell'assetto corrente può interrompere il suo compito. Per tale ragione deve sempre essere attiva un'opzione operativa che ignori tale problema (almeno un font non più usato è rimasto infiltrato nei modelli PS tra le pieghe degli anni), ma resta fermo che ogni Font previsto per la creazione dei documenti non va comunque sostituito. Ho scelto versioni il più leggere possibile, il cui nome PostScript è usato in procedura; alcuni saranno già presenti nel sistema; in tal caso verranno accettati solo dopo aver eliminato quelli corrispondenti - il che può rendersi necessario solo qualora avessero denominazioni PS differenti - perciò si trovano in corredo. Dopo la copia può rendersi necessario aprire la cartella "Caratteri" dal Pannello di Controllo per rendere effettiva l'assunzione al SO. Il file INI: [Parameters]/myfont = contiene la lista di quelli usati dalle finestre dell'applicativo: il 1° è standard; se il 2° non si trova viene caricato al suo posto il primo successivo disponibile nella lista, che ne suggerisce alcuni con rispettivo corpo e stile (:1=grassetto, :2_corsivo, :3=grassetto+corsivo); ciò consente di variare l'aspetto delle tabelle e detta lista può essere allungata o ridotta; lascerei stare i primi 3 )(1 e 3 sono intercambiabili con buon effetto di leggibilità). In caso di errore, cancellando il record il programma lo rigenera. Insieme a questa, tutti i caratteri tipografici destinati ai documenti sono verificati dall'interno e non possono mancare.
In caso di problema insolubile, derivante dalla denominazione interna, non resta che aprire il file PostScript da distillare e modificare il nome del font, che muta da un produttore all'altro, assicurandoti però di inserire il nome PostScript (quasi mai identico a quello di sistema) del font in tuo possesso. Alcuni programmi specializzati lo forniscono. Se l'operazione riesce, potrai anche sostituire lo stesso nel file generale, usato come testata per gli altri servizi; non è difficile trovarlo tra i vari *head.PS.
Il documento di supporto ricostruisce per quanto possibile in puro DHTML le componenti delle cinque pagine-tabelle, chiarificandone la funzione tramite sfioramenti del mouse e, nella finestra verticale a destra ed altre accessorie, con spiegazioni estese.
| Condizioni d'uso, di traduzione e distribuzione
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